CONGIUNTURA
Valute: Dollaro all'attacco, Euro in trincea
In una fase di crisi internazionale generalizzata, la situazione sul mercato valutario, comunemente chiamato Forex, abbreviazione di Foreign Exchange, appare spesso non chiara e i movimenti delle valute talvolta sono difficilmente prevedibili, sia tramite lo studio dei dati macroeconomici che con l’analisi tecnica dei grafici. Nel quadro attuale emerge però un punto centrale, fulcro del dibattito degli ultimi mesi: la crisi dell’Eurozona e la debolezza dell’Euro. Sulla scia della crisi dei timori legati ai debiti sovrani di vari paesi del vecchio continente, primi fra tutti Grecia, Portogallo e Italia, la moneta unica ha perso diversi punti percentuali nei confronti di tutte le principali valute. Per il secondo anno consecutivo l’Euro ha chiuso le contrattazioni a fine dicembre registrando un calo rispetto all’anno precedente nei confronti del Dollaro (il 3.5% nel 2011), fatto che non si verificava dal 2001.
Il crollo degli ultimi giorni di dicembre è stato senz’altro rafforzato dalla scarsa liquidità presente sul mercato fra Natale e Capodanno, che ha permesso di muovere le quotazioni di diversi punti percentuali con quantitativi meno ingenti di capitale rispetto alle usuali sedute di mercato. Come già anticipato in una precedente analisi, ormai da tempo il cross euro dollaro appariva piuttosto sopravvalutato (si pensi alla scorsa primavera - estate, quando è stato per diverse settimane sopra quota 1.45, arrivando a sfiorare la soglia psicologica di 1.50) e da mesi si susseguivano i rumors di un possibile ritorno del cambio a quotazioni piu’ basse, più vicine al “fair value”. |
Anche nei confronti della sterlina inglese l’euro ha registrato un deciso calo nelle ultime settimane del 2011 (Figura 4). Un altro movimento piuttosto importante si è verificato negli ultimi mesi sul Cable, termine utilizzato nel mercato valutario per indicare il cambio Sterlina Dollaro La valuta americana, dopo essere arrivata ad essere scambiata a 1.67 durante il mese di maggio, è oscillata fra 1.58 e 1.65 durante l’estate, per poi sprofondare fino a rompere la resistenza posta in area 1.54, scendendo a siglare i minimi degli ultimi 12 mesi in area 1.52, al di sotto anche dei valori di ottobre. Alla base del rafforzamento del dollaro possiamo senz’altro identificare la crisi europea, che ha generato un susseguirsi di rumors su ritrasferimenti di importanti portafogli di investimenti in Euro verso titoli in Dollari, in quanto l’eurozona non pareva sufficientemente sicura. La discesa dei tassi in Euro, forse un primo segnale di maggiore fiducia dei mercati nei confronti della tenuta europea, può essere anche interpretata come un segnale d’allarme per Dollaro e Sterlina? Un’ultima nota sulle valute del 2011 per citare la performance dello Yuan cinese, in forte apprezzamento (quasi il 5% nei confronti del Dollaro ed il 9% nei confronti dell’Euro), segnale che anche negli investimenti valutari spesso vale la pena slegarsi dai cambi principali, i cosiddetti “major”, diversificando con le dovute ridotte percentuali gli investimenti. Carlo Alberto De Casa
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